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Primo passo verso l'ironman: cinque credenze diffuse da sfatare

7/6/2019

 
Ironman Credenze da sfatareCredit: TrainingPeaks.com
Chiunque sia stato affascinato dall’Ironman Triathlon, 3,8 km a nuoto, 180 in bicicletta e una maratona sulla classica distanza dei 42 km per finire, o semplicemente Ironman per chi non frequenta le spiagge australiane, guarda alle distanze di gara con timore, le considera un ostacolo quasi insuperabile da affrontare il giorno dell’evento. Ed in parte la sensazione è corrispondente alla realtà, ma la gara è solo la parte finale del viaggio e, nonostante il comune sentire, la più semplice. Sì, la più semplice perché il giorno della gara è ricco di adrenalina, si svolge in un contesto festoso e la sfida di passare il traguardo spinge chiunque ai propri limiti. La gara è da considerarsi l’ultimo miglio di un percorso iniziato mesi prima. In questo articolo andremo ad analizzare le credenze più diffuse sull’impossibilità di un comune mortale di fare il primo passo in questo cammino. Prendiamo in considerazione, quindi, i cinque miti da sfatare se si vuole intraprendere questa avventura secondo il preparatore professionista Steven Moody.
  • NON HO IL FISICO ADATTO: solo una minoranza dei partecipanti ha un fisico da statua greca, in assenza di cause di salute invalidanti tutti hanno il fisico adatto. A proposito ricordiamo che all’estero la visita medico sportiva che rilascia l’idoneità alla gara non è richiesta, ma è sempre un buon punto di partenza del viaggio.
 
  • NON AVRÒ MAI IL TEMPO PER ALLENARMI: se si fa una disamina del tempo trascorso in attività non fondamentali, come quello trascorso sui social network, dieci ore la settimana non sono difficili da ricavare. Parola d’ordine: rivedere la scaletta delle proprie priorità.
 
 
  • NON SO DA DOVE INIZIARE: come ogni nuova sfida, l’approccio all’Ironman richiede un po’ di studio e ricerca. Ci si può affidare ad un preparatore professionista o cercarsi un mentore tra chi ha già finito un Ironman. In quest’ultimo caso si deve essere disposti a soddisfare il suo ego pompato dal fatto di essere un finisher.
 
  • MI PIACEREBBE, SE SOLO SAPESSI NUOTARE: stare a galla è già un buon punto di partenza. Bastano poche correzioni della propria tecnica per essere in grado di nuotare la distanza di gara.
 
 
  • NON HO MAI CORSO UNA MARATONA: probabilmente neanche nuotato per 3,8 km o pedalato per 180. La maratona spaventa, ma è solo l’ultimo segmento della sfida ed è diversa da una maratona corsa a secco. Se averne corsa una in precedenza può aiutare, Steven Moody consiglia di non correre più di 26 km allenandosi per l’Ironman, ricordiamoci che il triathlon è uno sport a sé stante, non la somma dei tre.
 
Niente più scuse!
Il vero limite è la volontà di raggiungere il risultato, tutto il resto è superabile.
Trovate l’articolo integrale in inglese su TrainigPeaks.com.
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